Impronte nell’asfalto
A caccia di impronte? Sì dai, dove andiamo? In un bosco selvaggio? In Amazzonia? No, in citta!
Descrizione
Chi non ha mai sognato di andare a caccia di impronte in un bosco?
Lupi, cinghiali, lepri, cerbiatti, animali che lasciano il segno del loro passaggio sul terreno…E come è bello e stimolante fotografarle e catalogarle.
Ma se vivi in città?
Tutta questa poesia è persa? Tutto il fascino della scoperta è cancellato?
No, direi proprio di no.
In città e le impronte sono ancora più misteriose, sfuggenti, difficili da interpretare.
Osservazione dell’ambiente
L’ambiente urbano è spesso piatto e poco stimolante. In particolar modo studentesse e studenti tendono, per la maggior parte della settimana, a ripetere gli stessi percorsi (casa scuola – scuola – casa) che per il fenomeno della “cecità attentiva” risultano essere luoghi che vengono guardati, ma non visti. L’indagine sulle impronte ha lo scopo di
- affinare le capacità di osservazione,
- apprendere modalità di catalogazione
- stimolare la fantasia.
Scovare
L’asfalto dei marciapiedi è un “intrappolatore” di impronte ideale. Se un oggetto abbastanza pesante gli si ferma sopra è un grado di lasciare il proprio timbro in maniera indelebile, soprattutto nei mesi estivi, quando il bitume si rammollisce; l’abilità del “cacciatore di impronte urbano” dovrà essere quella di distinguere le “vere impronte” da altri fenomeni quali buche, crepe, rattoppi stradali e di catalogarle in maniera corretta..
Geometria
Le impronte andranno classificate con un criterio geometrico: sono tonde, quadrate, rettangolari, triangolari, troviamo un cerchio inscritto in un quadrato? La loro forma e le loro dimensioni (procurarsi un metro, grazie!) saranno utilissime per poterle riconoscere e classificare.
A chi appartengono?
Qui si aprono due strade: la prima è quella logico – deduttiva , la seconda è quella immaginativa – creativa.
Strada Logico-deduttiva
Cosa può aver lasciato quell’impronta? Il cavalletto di un motorino? Un anziano signore che si è appoggiato troppo al suo bastone? La gomma di un’auto? Alcune impronte sono più “facili” da interpretare, altre molto più complesse e, anche all’interno di una categoria, (per esempio le impronte degli pneumatici), possono esserci molte differenze (pneumatici di camion, auto, moto, biciclette).
In alcuni casi l’autore dell’impronta può essere presente “fisicamente” o ritornare sul “luogo del delitto” (è il caso dei cavalletti degli scooter o delle gambe delle sedie dei dehors dei bar), ma in altri casi risalire a chi abbia “lasciato il segno” è davvero complicato (un caso, ad esempio, è quello dei “piedi” su cui appoggiano le impalcature, una volta tolte le impalcature è difficile ascrivere questi segni ai pali di supporto).
La capacità di cogliere similitudini, il luogo in cui si localizzano impronte simili, la ripetitività del segno, il momento in cui appaiono determinate tipologie e il confronto con compagne e compagni può essere utilizzato in un contesto didattico per giungere ad un’ipotesi condivisa.
Strada Immaginativa – creativa
In questo caso la domanda da cui partire è diversa, ovvero, quale animale può aver lasciato quelle impronte? Supponiamo che i segni sull’asfalto non siano opera dell’uomo. Niente cavalletti delle moto, nessun tavolino dei bar appoggiato all’esterno, dimentichiamoci i segni degli pneumatici.
Immaginiamoci e disegniamo quindi un animale che possa aver lasciato una traccia di quel tipo.
Una tartaruga-cemento? Un roditore frugarifiuti? Un mostrosottoaletto in libera uscita? Saranno la fantasia e i disegni di alunne e alunni che daranno una forma a queste creature.
Va da sé che un percorso non esclude l’altro. Buona caccia alle impronte.
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